ARTICOLO DEL DOTT. GIOVANNI BIRINDELLI
"In
fondo anche Hitler voleva l'"armonizzazione" delle sue regole in
Europa. Anche lui (dall'estate del 1941 in poi) si sarebbe seccato se le
persone da lui perseguitate avessero potuto "delocalizzare": cioè
andare dove "loro conveniva"; dove le condizioni erano meno difficili di
quelle prodotte dal nazismo ad Auschwitz per esempio (cosa che dopo
l'ufficializzazione della "soluzione finale" in effetti non poterono più
fare).
Naturalmente, il
politico che vuole impedire che si "delocalizzi" non è necessariamente
un nazista. Anzi, spesso è anti-nazista. A volte ha perfino la
spudoratezza di auto-definirsi "liberale" o perfino "libertario".
Tuttavia, come i nazisti (o come i partiti con i quali il suo è in
competizione e a cui ritene di essere agli antipodi), è un socialista.
Questo
vuol dire che col nazismo egli ha diverse cose in comune: cose che lui
non vede perché non ragiona in termini astratti (logici); ma che forse
riuscirebbe a vedere se iniziasse a ragionare anche in questi termini.
In particolare, col nazismo egli ha in comune:
1)
l'idea astratta di legge (il positivismo giuridico): in altre parole,
lo stesso disprezzo per la libertà intesa in termini di assenza di
aggressione di alcuni da parte di altri, p. es. in nome di un "bene
collettivo" o "sociale";
2) la totale ignoranza economica (che di solito si accompagna al disprezzo per la libertà di cui sopra).
3)
la convinzione che il potere costituito nel momento in cui lui ne fa
parte (o ne vuole far parte) produca il migliore dei mondi possibili. Un
mondo che è tale non perché le persone, usando la loro conoscenza che è
anche di tempo e di luogo, scelgono liberamente di starci; ma perché
chi lo controlla con la forza e trae da questo controllo rendite
parassitarie ha deciso arbitrariamente che sia così (o che sarà così).
Per cui da questo mondo non deve essere possibile uscire (nel senso che
uscirne deve essere reso sempre più difficile e costoso); questo mondo
non può e non deve essere messo in competizione con altri; alle persone e
soprattutto alle imprese (cioè a chi produce ricchezza scambiando beni e
servizi) non deve essere permesso di "votare con i piedi", o
"delocalizzare": usare la propria conoscenza per i propri fini;
scegliere.
Il socialismo,
per esistere, ha bisogno di un ambiente giuridico positivo(*), senza il
quale muore. Gli ambienti giuridici positivi sono tanti quanti sono i
regimi positivi, nel tempo e nello spazio. In altre parole, sono
infiniti. Anche senza toccare i temi della libertà e dell'economia,
l'arroganza di pensare in buona fede che uno particolare di questi
ambienti (quello di cui guarda caso si fa parte) possa essere il
migliore dei mondi possibili (nel senso di cui sopra) è, nella mia
opinione, una forma di patologia mentale.
PS.
Una volta che questi burocrati hanno realizzato l'"armonizzazione"
totale delle regole fatte dal centro e a quel centro arriva un nuovo
Hitler, cosa succede? Questa domanda aiuta a capire la ragione
dell'esistenza di bitcoin.
(*)
Un ambiente giuridico positivo è uno in cui le azioni delle persone
sono limitate coercitivamente da decisioni particolari e arbitrarie di
altre persone privilegiate invece che da regole generali (il principio
di non aggressione e le sue declinazioni) che esistono indipendentemente
dalle decisioni di chiunque e la cui validità è riscontrata
oggettivamente nel fatto che queste regole possono essere applicate a
tutti allo stesso modo, nessuno escluso (e in particolare stato
incluso).
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