Di Giovanni Birindelli
«L’ufficio del procuratore del
Land dello Schleswig-Holstein ha chiesto alla Corte superiore regionale
un mandato di estradizione contro l’ex presidente regionale catalano
Carles Puigdemont», scrive la procura, spiegando di avere riconosciuto
la validità nel diritto tedesco dei due capi d’accusa di Madrid a carico
di Puigdemont, cioè «ribellione» e «appropriazione indebita di fondi»"
Anche
nel caso migliore in cui la Corte non accogliesse le richieste di
questo procuratore, non si potrebbe dire che c'è un giudice a Berlino. O
meglio: quel giudice c'è, ma è parte di un sistema giuridico positivo, o
totalitario, in cui la 'legge' può essere qualunque decisione
arbitraria di un'autorità.
Il
nemico non è, a mio parere, il governo spagnolo (e l'alleato di ultima
istanza presso cui cercare rifugio e protezione contro la repressione
vecchia maniera non è, ovviamente, l'Unione Europea o altri paesi
appartenenti a questa). Il nemico è il positivismo giuridico, che dà a
ogni governo nazionale o sovranazionale un potere coercitivo e legale
limitato in modo arbitrario, quindi illimitato.
È
un nemico troppo astratto e troppo distante perché un numero
sufficiente di persone possa riconoscerlo come tale e considerare non
utopica una lotta contro di esso? Probabilmente si. Per questo, invece
che affrontarlo con mezzi politici, potrebbe essere utile affrontarlo
con mezzi strategici, andando a lezione da bitcoin.
Quello che a mio avviso nel lungo periodo non è utile, è affrontare un altro nemico: l'effetto invece che la causa.
Più
precisamente: affrontare l'effetto in alcuni casi può essere utile per
gli obiettivi di breve termine. Ma nel lungo termine, per rallentare il
continuo proliferare di soprusi legali e/o creare vie di uscita a questi
ultimi, è necessario, parallelamente, affrontare anche la causa.
Commenti
Posta un commento